Sabato scorso, sfruttando un colpo di fortuna e una favorevole congiunzione astrale, ho potuto assistere all’intervento di Odifreddi al Festivaletteratura di Mantova. Confrontando la quantità di persone che hanno assistito all’evento, posti a sedere esauriti, con la popolarità che la matematica gode nella scuola, qualche dubbio viene alla mente. Quasi tutti gli spettatori comunque sono certamente intervenuti per ascoltare Odifreddi più che per sentire argomentare di “MATEMATICA DELLA CONOSCENZA” come recitava il cartellone. Per inciso lo sponsor dell’evento è stato “il gioco del lotto”, una scelta piuttosto ironica, che sarebbe potuta diventare da solo tema per una conferenza sul calcolo delle probabilità. L’evento ha invece ha riguardato come al solito il rapporto tra matematica e letteratura, ormai tema fisso di quasi tutti i discorsi di Odifreddi, tirando in ballo come sempre il povero Perec. I problemi della matematica, è stato confessato, sono sempre e comunque di due tipi: descrizione e classificazione.
Approfittando dell’uscita dei volumi sulla storia della matematica curati da Odifreddi e Bartocci per Einaudi si è parlato anche di stili e pluralità di voci in matematica a proposito sia di singole persone che di diverse culture. I volumi a dire il vero sembrano molto interessanti, dedicati a grandi temi, molto voluminosi, come importante è il loro prezzo (a tre cifre in euro).
Odifreddi si ascolta sempre molto volentieri e si è arrivati all’ora dell’aperitivo senza grossi cali di attenzione, ma è anche vero che la minaccia di assegnare compiti in classe non è stata messa in pratica.